Il mito dell’altalena
Erigone, (chiamata anche a volte Aletis, “la vagabonda”) figlia di Clitemnestra ed Egisto, alla morte dei genitori per orte di oreste decidedi vendicarsi di oreste e si reca ad atene seguendolo- da qui il nome-. Ella desiste, rimane ad Atene e s’impicca. Possiamo infatti notare l’altalena tra morte ed amore (eros e thanatos ). Per I greci questo mito e’ molto importante infatti elle veniva celebrata durante una festivita’ quella delle antesterie, durante il terzo giorno. Quando quella si era impiccata ad Atene era successo un fatto sconvolgente, dopo la morte di Erigone, molte fanciulle vergini avevano cominciato ad impiccarsi. Gli Ateniesi preoccupati si erano recati dall’orcolo di Apollo che aveva detto loro di costruire delle altalene cosi’ le fanciulle si sarebbero dondolate li’ e non su un cappio. Pausania un storico, racconta che fedra si era impiccata per un dispiacere sessuale. Trama Fedra si innamora del figliastro ippolito ma egli simbolicamente sacrifica solo ad Artemide e non ad Afrodite. Ella sdegnata del rifiuto del figliastro, al ritorno del marito dice che Ippolito aveva usato violenza contro di lei. La tragedia termina con la tragica morte di Ippolito e Fedra. Anche nel mito di edipo Giocasta si impicca. E’ importante notare che l’altalena oltre che alla morte e’ legata anche all’amore. In un vaso e’ rappresentata Erigone su un’altalena spinta’ pero’ da un satiro, simbolo della sessualita’. Ci sono alcuni miti che rievocano la tra impiccagione e amore. Soprattutto tra impiccagione e riti d’iniziazione che prevedevano la morte simbolica dell’inizianda pronta ormai ad avere rapporti sessuali. Diognene un giorno passeggiando tra gli ulivi vide un mucchio di ragazze impiccate. Senza nemmeno scomporsi l’uomo disse: “ oh se gli alberi avessero tutti simili frutti!”. Notiamo una grande misioginia da parte dei filosofi antichi. Inoltre si pensava che le ragazze soffrissero di epilessia in mancanza di rapporti sessuali. La storia di Erigone rivela una concezione maschile ed una concezione femminile che ci fanno apprezzare le condizioni in cui viviamo noi in questi tempi.